Di recente, sono stati ufficialmente resi pubblici i dati relativi al questionario condotto da Anovum Euro Trak per conto dell’ANIFA relativo ai disturbi uditivi e all’utilizzo degli apparecchi acustici in Italia. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di 15.210 persone, ha mostrato risultati interessanti, soprattutto se confrontati con l’ultima indagine di questo tipo, condotta nel 2018 dal CENSIS.
In sintesi, gli italiani sembrano essere diventati più consapevoli dell’influenza dell’ipoacusia sulla vita sociale e sul generale stato di salute, e, di conseguenza, sull’importanza degli apparecchi acustici.
Ecco quali sono i risultati.
Gli italiani e i problemi di udito
I dati Euro Trak del 2018 avevano evidenziato che il 12% della popolazione italiana era affetta da ipoacusia, dato che è salito di poco nel 2022: 12,5%.
Questo aumento è dovuto almeno in parte all’utilizzo, negli ultimi due anni, delle mascherine. Molti italiani infatti non avvertivano i campanelli d’allarme dell’ipoacusia perché sfruttavano la lettura del labiale per seguire il filo delle conversazioni: con la mascherina questo non è stato più possibile, e di conseguenza molte persone, prima inconsapevoli di avere una perdita uditiva anche grave, adesso ne hanno preso coscienza.
Un’altra conseguenza negativa della pandemia è stata la difficoltà di poter raggiungere ospedali, centri acustici e studi medici per effettuare un controllo dell’udito, a causa dei continui lockdown e dei rischi per la salute. Ciò ha portato ad una diminuzione della percentuale di italiani che si è sottoposto di recente ad un controllo dell’udito: si è scesi infatti dal 38% del 2018 al 30% del 2022.
Come dato positivo, si conferma invece che il trattamento dell’ipoacusia con gli apparecchi acustici riduce il rischio di sviluppare la depressione e diminuisce la tendenza a sentirsi fisicamente esausti la sera.
Gli italiani e gli apparecchi acustici
Una seconda parte della ricerca è stata, come detto in precedenza, riservata al rapporto degli italiani con gli apparecchi acustici e i dati sono molto incoraggianti, sulla scia dei risultati già discreti ottenuti nel 2018. Nel 2018, solo il 29,5% degli italiani con problemi di udito ha dichiarato di usare regolarmente gli apparecchi acustici, mentre adesso la percentuale è salita al 35%.
Ciò può derivare forse da una maggiore consapevolezza del problema. I medici sono le prime figure alle quali gli italiani si rivolgono in caso di problemi di udito: il 57% ne ha parlato con il medico di base, mentre il 43% si è rivolto direttamente allo specialista otorinolaringoiatra.
Il 67% dei possessori di apparecchi acustici ritiene che avrebbe dovuto acquistare prima i propri dispositivi. L’87% ha dichiarato che sono soddisfatti dei propri apparecchi acustici: il 31% ritiene che funzionano meglio del previsto, il 97% ha dichiarato di trovarli molto utili per il lavoro e l’83% che si sente più sicuro nel muoversi in città quando li indossa.
Questi dati portano l’Italia in una posizione relativamente alta nella classifica europea sull’indice di gradimento degli apparecchi acustici e sul tasso di adozione in caso di ipoacusia, anche se resta ancora dietro a Paesi come la Danimarca e la Gran Bretagna, che se ne distaccano di diversi punti percentuale (35% Italia contro 55% Danimarca e 53% Gran Bretagna).
La strada per la piena consapevolezza della gravità dell’ipoacusia non trattata e dei benefici degli apparecchi acustici è ancora lunga, ma gli italiani hanno fatto, rispetto al 2018, notevoli passi avanti nella ricerca del loro benessere uditivo.